Il battesimo della giovane Claire

battesimo_claire1Sabato 30 agosto, all’imbrunire sul lungomare di Barcola (Trieste) è scesa in mare, per essere battezzata, la nostra giovane Claire Kaiser. Alla significativa e sempre emozionante cerimonia erano presenti parecchie decine di credenti di tre chiese evangeliche di Trieste. “Mi sono chiesta com’era veramente la mia vita e ho deciso che volevo vivere in modo di mettere Dio prima di tutto. Per questo oggi sarò battezzata per testimoniare a tutti che Gesù è il mio Signore e che voglio seguirLo in tutto”: con queste parole Claire ha concluso la sua testimonianza prima di scendere in mare per il battesimo tra le braccia degli anziani papà Daniele e Dan.battesimo_claire2 La toccante cerimonia era iniziata con i canti “Benedetto sia il nome del Signor e Tu sei il mio re” accompagnati dalla sorella Sarah al violino e da Lionello alla chitarra. È stato poi Diego, appena ritornato dal viaggio missionario in Nepal, a spiegare ai presenti, alcuni incuriositi, il significato del battesimo, di chi può essere battezzato e perché è necessario farlo. (Matt. 28:19, Rom. 10:9-10).

E volerete in alto come le aquile…

aquilaQualche settimana fa, al culto della domenica, il predicatore ha portato questa metafora: “nell’arca di Noè l’aquila è passata dalla stessa porta del passerotto che saltellando è entrato all’interno; e dalla stessa porta sono passati un elefante, una lumaca e una tartaruga”. Ciò che noi sappiamo grazie alla conversione, è che anche oggi non ci sono differenze di porte, differenze tra razze, sessi, età… solo una è la porta che si apre alla nostra Salvezza. E questo mi è venuto in mente quando Colin, da Glasgow, (nella foto) è venuto a raccontare a noi ragazzi la sua esperienza di conversione. Perché anche se raggiungiamo vette altissime, anche se il nostro conto in banca è fiorente o abbiamo accanto la persona più bella di questo mondo, l’unica via e l’unica vita risiede in Gesù. Colin sin da piccolo nutre il sogno del rugby. Un sogno che si sviluppa su due piani: giocare da professionista; farlo nel proprio Paese. A 8 anni inizia la sua ascesa: entra poi nell’under 18, nell’under 19 vincendo anche un rinomato campionato a Parigi, poi nell’under 21 fino all’ingresso nella mitica Glasgow Warriors! A 23 anni si muove verso San Diego dove nella storia con una ragazza ha modo di scontrarsi con Gesù e con la domanda: “Gesù è il tuo re e salvatore?” Anche da cristiani convertiti credo bisogni porsi questa domanda. Così giusto per ricordare a noi stessi a chi apparteniamo. Colin, in quel momento, non aveva in Gesù il suo re e salvatore: ci sono delle distrazioni che a volte ci fanno perdere la dimensione della vita che dobbiamo condurre. Ma Dio guarda paziente e aspetta le nostre scelte.Colin
Tornando all’inizio: Perché ho citato l’arca? Forse, usando una metafora animale, Colin, come il nostro Diego, sono state aquile per gli occhi del mondo: hanno raggiunto livelli di professionismo, fama, traguardi che umanamente sono invidiabili; con le loro qualità, i loro sacrifici, rappresentano delle eccellenze. Però le aquile sono soprattutto simbolo di libertà: libertà che viene conquistata dal solo sangue di Gesù senza il nostro affannarci. Soprattutto senza che le aquile siano tramutate in passerotti o animali di poco valore. La scelta di abbandonare la propria vita a Dio, infatti, non ci rende più deboli ma libera l’ “aquila” che è in noi dal senso di onnipotenza, dalla fame di gloria lasciando spazio a una vita libera. Salomone esortava il giovane nell’Ecclesiaste a distogliere la propria vista dalla vanità. È ciò che credo abbia fatto il nostro fratello scozzese: camminare con Dio; farlo in Italia condividendo ciò che lui ha vissuto e farlo anche con divertimento come è stato domenica 23 marzo a suon di musiche scozzesi e balli tradizionali.

Testimonianza Jobey Thomas

Trieste, 7 dicembre 2012 – Bellissima serata nella Chiesa Cristiana Evangelica “Il Faro” con la presenza e la testimonianza dell’Atleta di Cristo, Jobey Thomas. Nonostante il tempo proibitivo, causa l’abbondante nevicata, c’erano una 70 di persone con una bella rappresentanza di compagni di squadra di Thomas. Un momento dove gli invitati hanno potuto conoscere piu’ da vicino l’atleta della Pallacanestro Trieste e di come Dio ha cambiato la sua vita.